Rinviati a giudizio tecnico comunale e comandante della polizia municipale Sono accusati di omicidio colposo plurimo assieme a un altro indagato

Barcellona Il Gup del Tribunale di Barcellona Antonino Zappalà, su richiesta del procuratore Salvatore De Luca e del sostituto Francesco Massara, ha rinviato a giudizio il capo area dell'ufficio tecnico comunale di Terme Vigliatore, Domenico La Malfa, il comandante della polizia municipale dello stesso Comune, Carmelo Torre e un impiegato del municipio incaricato delle manutenzioni stradali, Francesco Genovese.
Ai tre imputati che dovranno comparire in Tribunale nell'udienza del prossimo 14 ottobre, si contesta il reato di omicidio colposo plurimo, in cooperazione, per la morte di Anna Maria Coppolino, 47 anni, originaria di Barcellona e in vita residente in contrada Cartolano di Rodì Milici, e dei suoi due figli, Antonella e Rosario Trifiletti, rispettivamente di 14 e 18 anni, studenti del Liceo scientifico di Barcellona, tutti deceduti sul colpo nel tragico incidente avvenuto nel corso della serata del 22 dicembre del 2008, l'antivigilia di Natale del 2008.
Quella tragica sera, la mamma con i suoi due figli, viaggiavano a bordo di una Fiat Palio e sono precipitati con la vettura nell'alveo del Torrente Mazzarrà, in territorio di Terme Vigliatore. L'incidente mortale fu causato dall'interruzione della strada arginale. Interruzione provocata giorni prima dall'alluvione che aveva fatto crollare gli argini. I tre indagati, ognuno per le proprie competenze, dovranno rispondere dell'accusa di non aver provveduto con idonei mezzi, per evitare o impedire il transito delle autovetture sul tratto di strada arginale che dalla strada stratale 113 costeggia la parte terminale del torrente Mazzarrà fino a congiungersi con la litoranea provinciale. Buona parte della sede stradale era infatti crollata alcune settimane prima. Secondo gli accertamenti dell'autorità giudiziaria, a segnalare il pericolo incombente sulla sede stradale, era stata posta solo qualche transenna mobile, priva di segnali luminosi e in assenza di idonee barriere di protezione che impedissero a pedoni e agli automobilisti di precipitare nella voragine creatasi sull'asfalto con lo smottamento del terrapieno.
Il transito lungo la strada arginale era stato interdetto da una ordinanza emessa dallo stesso comandante della polizia municipale al quale è stato imputato, al pari degli altri indagati, di non aver dato esecuzione alla medesima ordinanza. I tre indagati sono difesi dagli avv. Pinuccio Calabrò, Francesco Puliafito, Ugo Colonna, Franco e Piero Bertolone. I familiari delle vittime sino sono invece costituiti parte civile con gli avv. Francesco Chillemi, Giovanni Munafò, Silvio Saja e Rosa Trifiletti. All'individuazione delle presunte responsabilità, gli inquirenti sono giunti grazie alla consulenza tecnica affidata all'ing. Roberto Della Rovere. Altri accertamenti tecnici hanno escluso che la Fiat Palio su cui viaggiavano le tre persone avesse difetti tecnici. Per quanto riguarda la strada, come accertato dai carabinieri, le transenne mobili, strutture precarie in zinco, erano state spostate. (l.o.)
Fonte:http://www.gazzettadelsud.it/NotiziaArchivio.aspx?art=43410&Edizione=13&A=20110326

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