Li ha chiesti ( e il tribunale ha accettato) Cesare Geronzi nel filone del dibattimento sulle acque minerali Ciappazzi. Su altre questioni autorizzati come testimoni anche Patrick Nebbiolo, ex dirigente del Parma Calcio e il commissario straordinario di Parmalat Enrico Bondi, divenuto ora amministratore delegato
di Silvio Marvisi
I nomi eccellenti spiccano nella richiesta da parte di Cesare Geronzi che chiede possano essere sentiti Lamberto Cardia, presidente di Consob, il senatore a vita Giulio Andreotti, l’o norevole Ciriaco De Mita, e Tullio Ciarrapico, figlio del noto imprenditore Giuseppe da cui Calisto Tanzi acquistò la Ciappazzi di Termine Vigliatore in provincia di Messina, che dovrebbe delineare i particolari dell’operazione per la cessione dell’azienda di acque minerali. Sono 125 in tutto i testimoni che il difensore di Geronzi chiede al tribunale di poter sentire in aula. Il collegio giudicante ha chiesto ai legali di valutare a fondo la rilevanza delle deposizioni di Andreotti e De Mita e della conseguente opportunità di farli comparire in udienza come testimoni.
La Procura chiede invece che vengano ascoltate 49 persone fra consulenti e personaggi già presenti in altri settori della vicenda Parmalat. Fra questi spiccano i nomi di Patrick Nebbiolo, dirigente del Parma Calcio degli anni d’oro, il commercialista Giampaolo Zini e il commissario straordinario di Parmalat Enrico Bondi, divenuto ora amministratore delegato. Fra i tecnici potrebbero essere convocati in aula Paolo Bastia, Stefania Chiarutttini, Andrea Del Moretto, Francesco Ghiglione, Sergio Lagro, e Massimo Saita tutti già sentiti nel filone principale del processo al crac. Il tribunale si esprimerà nella prossima udienza del 9 giugno su quali prove ammettere al processo e sui testimoni da convocare.
Eccezioni rigettate, il processo fila liscio Quelli che potevano essere i tentativi di dilatare nel tempo lo svolgimento del processo, sono andati vani. Il collegio presieduto da Pasquale Pantalone ha rigettato tutte le eccezioni avanzate dalle parti come richiesto, nella scorsa udienza, dal pm Vincenzo Picciotti.
Tutti i documenti prodotti durante le indagini preliminari saranno quindi utilizzabili perché, secondo l’ordinanza letta in aula dal presidente del collegio, è stato considerato ragionevole non aver notificato nulla agli indagati alcunché in fase d’indagine specie nel caso del crac Parmalat con così tante persone coinvolte e con informazioni fornite solo ed esclusivamente da due persone, Calisto Tanzi e Fausto Tonna.